Avviato oggi a Verona il progetto della vespa samurai con la liberazione di un centinaio di esemplari dell’antagonista naturale della cimice asiatica, il terribile insetto che lo scorso anno ha causato oltre 100 milioni di danni solo nella campagna veronese tra pere, pesche e nettarine, kiwi, ciliegi, albicocche, susine, olive, soia, mais e ortaggi. La provincia veronese è stata infatti quella a subire per l’insetto alieno i danni maggiori per la presenza di 5mila imprese agricole frutticole delle 8mila totali venete.

Il lancio è avvenuto a Grezzana nell’azienda agricola Redoro. Il progetto prevede nella provincia di Verona tre macro aree di intervento della vespa samurai: area ciliegio-olivo nelle colline veronesi, pesco-kiwi a ovest di Verona e melo-pero a sud di Verona.

All’appuntamento sono intervenuti l’assessore all’agricoltura Giuseppe Pan, Daniele Salvagno presidente di Coldiretti Verona, il Sindaco di Grezzana Arturo Alberti e i tecnici dei servizi Fitosanitari della Regione Veneto, guidati da Giovanni Zanini, insieme ai ricercatori del dipartimento Dafnae dell’Università di Padova (dipartimento di agronomia, animali, alimenti, risorse naturali e ambiente) coordinati dal professor Alberto Pozzobon, che hanno lanciato un centinaio di esemplari femmina, pronte a deporre le uova, e, una decina di maschi.

In Veneto il programma di contrasto biologico alla cimice prevede una suddivisione del territorio regionale in 106 quadranti, di cui due terzi previsti nella provincia di Verona data la forte vocazione alla frutticoltura, ciascuno di 30 chilometri quadrati, all’interno dei quali sono stati individuate le aree idonee, siti naturali e corridoi ‘verdi’ limitrofi ai frutteti, dove le cimici asiatiche tendono a deporre le uova e dove sarà più efficace l’azione parassitoide della piccola vespa. In ogni quadrante i lanci saranno ripetuti tre volte durante la stagione estiva, a alla distanza di circa un mese, per un totale di 318 lanci. In totale, da giugno ad agosto, verranno liberati circa 35mila esemplari, un piccolo esercito a presidio dei 18 mila ettari di frutteti presenti nel territorio regionale.

“E’ una giornata di festa per l’agricoltura veneta perché abbiamo lanciato qui nella provincia di Verona come in altri siti la vespa samurai che andrà a combattere i danni della cimice asiatica che superano in Veneto oltre 100 milioni di euro. Questa è finalmente una notizia positiva per tutti gli agricoltori specialmente dell’ortofrutta. La Regione Veneto ha investito 4,5 milioni di euro per tre anni per l’allevamento della vespa samurai che si ciba delle uova della cimice asiatica. In tre anni saranno effettuati 360mila lanci”.

“E’ significativo che una parte rilevante dei lanci della vespa samurai a livello regionale avvenga nella nostra provincia poiché c’è una forte vocazione alla frutticoltura con una presenza di circa 5000 aziende e oltre 13mila ettari coltivati. Il via libera alla vespa samurai apre dunque nuove prospettive anche se ci vorrà tempo prima di avere risultati. E’ un antagonista naturale che permette di avere un’agricoltura più sostenibile per l’ambiente”, evidenzia il presidente della Coldiretti di Verona Daniele Salvagno nel sottolineare che “per questo motivo che alla lotta biologica con la vespa samurai si deve affiancare il sostegno delle Istituzioni alle imprese, per indennizzare i danni della cimice nel periodo transitorio”.

“Una iniziativa resa possibile – sottolinea Giorgio Girardi, Responsabile del settore ortofrutta di Coldiretti Verona – dalla firma del Decreto Ministero dell’Ambiente che autorizza le Regioni Veneto, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lombardia, Piemonte, Provincia autonoma di Bolzano e Provincia autonoma di Trento all’immissione in natura della specie Trissolcus japonicus (Vespa Samurai) quale agente di controllo biologico del fitofago Halyomorpha halys (Cimice Asiatica)”.

La liberazione della vespa samurai va ad aggiungersi al progetto di monitoraggio di Coldiretti Verona iniziato nel 2019 e ampliato quest’anno. Infatti, per il 2020 il progetto prevede 60 punti di monitoraggio con trappole per la cimice asiatica nel nord-ovest e sud della provincia veronese oltre a tre comuni della provincia di Rovigo per un totale di 8600 ettari coltivati a pesche e nettarine, kiwi, mele e pere. L’analisi dei dati raccolti dalle trappole viene inserita in un bollettino settimanale, previa visione da parte dell’Osservatorio delle malattie delle piante della Regione Veneto, con consigli agronomici diffusi ogni venerdì da AIPO Verona tramite newsletter, oppure consultabili sul sito internet www.aipoverona.it. E’ possibile altresì leggere i bollettini attraverso l’applicazione  “AIPO” per i dispositivi Android e IOS scaricabile gratuitamente.

Obiettivo del progetto è ottenere dati sulla distribuzione e sulla biologia della cimice al fine di intervenire nei momenti opportuni con trattamenti mirati e selettivi in quanto è ormai appurato che, nella lotta alla cimice asiatica come per qualsiasi altro fitofago, questa buona pratica è di fondamentale importanza per poter impostare al meglio gli interventi di difesa e le corrette strategie di contenimento, per renderle efficaci e sostenibili in termini economici ed ambientali.

Il progetto è sviluppato e realizzato da Coldiretti Verona e Coldiretti Rovigo, AIPO – Associazione interregionale produttori olivicoli di Verona, Codive, Consorzio Agrario del Nord-Est con la gestione tecnica di Agrea Centro Studi e il supporto economico di Banco BPM e Cattolica Assicurazione oltre alla collaborazione dei Mercati Ortofrutticoli alla produzione di Bussolengo-Pescantina, Sommacampagna/Sona, Valeggio sul Mincio/Villafranca di Verona. Sono al vaglio nuove partnership con altre realtà private e pubbliche del territorio come la collaborazione delle oltre 20 Amministrazioni comunali di Verona e Rovigo interessate alla coltivazione di melo e pero.

La “cimice marmorata asiatica” è un insetto alieno arrivato dalla Cina ed è particolarmente pericolosa perché in Italia non ci sono nemici naturali e perché è particolarmente prolifica con il deposito delle uova almeno due volte all’anno con 300-400 esemplari alla volta. Le punture rovinano i frutti rendendoli inutilizzabili e compromettendo seriamente parte del raccolto, con danni che hanno interessato ben 48mila aziende agricole lo scorso anno. La lotta alla cimice asiatica è particolarmente difficile perché è in grado di nutrirsi su oltre 300 specie diverse di vegetali, si muove molto per invadere sempre nuovi territori da saccheggiare ed è resistente anche ai trattamenti fitosanitari.

Nelle foto:

1) Copertina –  Pan e Salvagno mentre lanciano la vespa samurai

2) Da sinistra: Salvagno, Pan, Zanini e Pozzobon

3) Contenitori con all’interno le vespe samurai 

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