Solo nella provincia veronese gli stagionali annuali sono la metà di quelli veneti nella campagna raccolta 2021.


All’agricoltura veronese servono almeno 30mila lavoratori stagionali all’anno per garantire le campagne di raccolta estive e autunnali.

E’ quanto afferma la Coldiretti scaligera nel sottolineare che l’arrivo del grande caldo accelera la maturazione nei campi e rende ancora più urgente far fronte alla carenza di manodopera.

Occorre velocizzare il rilascio dei nulla osta necessari per consentire ai lavoratori extracomunitari, ammessi all’ingresso con il decreto flussi, di poter arrivare in Italia per lavorare nelle imprese agricole al più presto.

Le imprese agricole hanno bisogno dei lavoratori richiesti ma, ad oggi, non sono stati ancora rilasciati i nulla osta da parte degli Sportelli Unici.
Dal Trentino  passando per l’Emilia fino ad arrivare in Basilicata la situazione è divenuta drammatica con il rischio concreto di perdere i prodotti ormai maturi. Solo in Veneto l’anno scorso sono state registrate circa 65 mila assunzioni (fonte Veneto Lavoro) relative agli operai agricoli  stagionali, specializzati e non, dei quali 40mila stranieri.

Nella provincia veronese l’anno scorso sono state registrate oltre 30mila assunzioni dei quali 22mila stranieri. I picchi delle assunzioni sono legati al periodo della vendemmia con oltre 6mila assunzioni.

Non è possibile che per colpa della burocrazia le imprese perdano il lavoro di una intera annata agraria dopo aver affrontato peraltro un pesante aumento dei costi di produzione determinato dalla guerra in Ucraina.

Rispetto all`anno scorso le quote di lavoratori extracomunitari ammessi per decreto in Italia è stato alzato a 69mila e di questi, la fetta riservata all`agricoltura è di 42mila posti, a fronte dei quali sono pero’ pervenute circa 100mila domande. La presenza di lavoratori stranieri è diventata strutturale nell’agricoltura italiana dove un prodotto agricolo su quattro viene raccolto in Italia da mani straniere che rappresentano piu’ del 29% del totale delle giornate di lavoro necessarie al settore, secondo il Dossier di Idos al quale ha collaborato la Coldiretti.

Si tratta soprattutto di lavoratori dipendenti a tempo determinato che arrivano dall’estero e che ogni anno attraversano il confine per un lavoro stagionale per poi tornare nel proprio Paese, spesso stabilendo delle durature relazioni professionali oltre che di amicizia con gli imprenditori agricoli.

Ma con strumenti concordati con i sindacati, occorre consentire anche ai percettori di ammortizzatori sociali, studenti e pensionati italiani di poter collaborare temporaneamente alle attività nei campi che chiede un piano per la formazione professionale e misure per ridurre la burocrazia e contenere il costo del lavoro con una radicale semplificazione che possa garantire flessibilità e tempestività di un lavoro legato all’andamento climatico sempre più bizzarro.

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