Siglato ieri l’accordo di rinnovo del contratto provinciale del lavoro per gli operai agricoli e florovivaisti di Verona tra le organizzazioni di categoria Coldiretti, Confagricoltura e CIA Verona e i sindacati FAI-CISL, FAI-CGIL e UILA-UIL per il quadriennio 2020-2023.

Una trattativa complessa e articolata per l’incertezza della situazione che tutti, aziende e lavoratori nel settore agricolo, stanno vivendo ma con la comune volontà delle parti di trovare un punto di equilibrio con un atteggiamento propositivo per il futuro.

L’aumento retributivo convenuto per i lavoratori è dell’1,7% per tutti i livelli con decorrenza dal primo gennaio 2021, con recupero dei mesi gennaio-marzo nella mensilità di aprile. Tali disposizioni valgono per tutte le aziende agricole ad esclusione di quelle agrituristiche, che sono ancora oggi le più colpite del settore per l’emergenza sanitaria. Per queste, gli aumenti decorreranno dall’1 settembre 2021.

L’accordo prevede altresì un adeguamento degli scaglioni per il salario variabile, che viene corrisposto qualora l’azienda agricola, sulla base delle risultanze dei dichiarativi fiscali, abbia avuto un’annata positiva.

È stato introdotto anche per gli operai a tempo determinato, se presenti nella stessa azienda da almeno 150 giornate, un permesso retribuito per matrimonio pari a 39 ore lavorative.

“In questo ultimo anno trascorso, a causa dell’emergenza pandemica, non c’è un settore produttivo in ambito agricolo che non sia in sofferenza, con forti conseguenze sulle varie attività”,

evidenzia Daniele Salvagno, presidente di Coldiretti Verona che aggiunge:

“In questo contesto era necessario rinnovare l’accordo provinciale del lavoro per determinare gli aumenti salariali dei lavoratori con un occhio di riguardo per il settore agrituristico, particolarmente colpito dalle limitazioni imposte dalla legge e tuttora in forte difficoltà”.

Aggiunge Paolo Ferrarese, presidente di Confagricoltura:

“Il rinnovo di questo contratto provinciale tiene conto della crisi innescata e sostenuta dalla pandemia. Infatti, accanto al riconoscimento del particolare danno subito dal settore agrituristico, il contratto non ha previsto aumenti per tutto l’anno 2020. Viene anche introdotto l’utilizzo del welfare.

Questo rinnovo contrattuale è comunque il frutto delle buone relazioni sindacali della nostra provincia che trovano espressione concreta nell’attività di Agribi, ente bilaterale per l’agricoltura veronese”.

Conclude Andrea Lavagnoli, presidente di Cia – Agricoltori Italiani Verona:

“La stipula del contratto ci aiuta ad esercitare un’azione coordinata con tutte le parti firmatarie per una politica dei ristori, modulata in base alle perdite dei diversi comparti”.

Il rinnovo interessa circa 15.200 aziende agricole veronesi e oltre 35.295 contratti di lavoro del settore agricolo nel 2020.

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