12 dicembre 2023. Via libera del Parlamento Europeo riunito in plenaria all’obbligo di indicare la provenienza della frutta utilizzata in succhi e marmellate, oltre che per il miele per il quale vengono rese ancora più trasparenti le etichette con l’indicazione delle percentuali dei mieli provenienti dai diversi Paesi nelle miscele. Lo rende noto con soddisfazione il presidente della Coldiretti Ettore Prandini in riferimento al voto del Parlamento Europeo sula cosiddetta Direttiva “Breakfast”.

“E’ – sottolinea Prandini – il risultato della nostra lunga battaglia per la trasparenza dell’informazione ai consumatori ed una risposta all’86% degli italiani che reputa importante conoscere la provenienza dei prodotti alimentari che acquista al punto di pagarli qualcosa in più”.

Gli fa eco il presidente di Coldiretti Verona, Alex Vantini: “si tratta di un obiettivo importante sul piano della salute, dell’economia, dell’occupazione e dell’ambiente soprattutto per l’Italia che è il secondo produttore europeo di frutta e per Verona che vanta numeri da primato a livello regionale e nazionale”. A causa delle importazioni, però, le aziende agricole italiane hanno estirpato oltre 100 milioni di piante di frutta fresca negli ultimi quindici anni con la scomparsa di tutte le principali produzioni, dalle mele alle pere, dalle pesche alle albicocche, dall’uva da tavola alle ciliegie (analisi Coldiretti su dati Istat). “Un trend pericoloso favorito anche – precisa Vantini – dalle importazioni di prodotti low cost di frutta da destinare alla trasformazione industriale in succhi e marmellate dall’estero dove spesso non vengono rispettati gli stessi criteri in termini di rispetto dell’ambiente, del lavoro e della sicurezza alimentare, secondo il principio di reciprocità”.

La svolta in atto sulla frutta e sul miele completa un percorso iniziato nel 2000 con l’obbligo di indicare la provenienza della carne bovina consumata che si è esteso grazie alla battaglia della Coldiretti in Europa e in Italia, dal latte alla passata di pomodoro, dai formaggi ai salumi, dal riso e pasta fino a decorrere dal 1 gennaio 2025 alla frutta e verdura in busta, noci, mandorle, nocciole ed altri frutti sgusciati, agrumi secchi, fichi secchi e uva secca, funghi non coltivati e zafferano. Restano ancora anonima – denuncia la Coldiretti – la provenienza del grano impiegato nel pane, nella farina, nei dolci e biscotti e degli ingredienti utilizzati nei gelati.

“Un passo importante fortemente sollecitato dalla Coldiretti impegnata da anni nel percorso di trasparenza dell’informazione ai consumatori sull’origine degli alimenti portati a tavola, a tutela della libertà di scelta” chiude Vantini nel sottolineare che si tratta di “un risultato che si colloca tra le azioni necessarie per un adeguato riconoscimento delle nostre produzioni frutticole. Ora siamo fiduciosi che tale risultato trovi la necessaria ratifica al trilogo tra Commissione, Parlamento e Consiglio”.

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