Cena di beneficenza con prodotti a km zero preparati da agrichef il cui ricavato sarà interamente devoluto all’associazione di volontariato Protezione della Giovane di Verona.

La Coldiretti scaligera con il proprio movimento Donne Impresa organizza per il secondo anno una serata per raccogliere fondi a favore dell’impegno e delle attività dell’associazione che offre un servizio di accoglienza, di ascolto e un appoggio materiale e morale a donne, anche con minori, in disagio abitativo, in condizione di povertà estrema e a donne che hanno subito violenza domestica. L’iniziativa, presentata oggi alla stampa all’interno della casa dell’associazione di volontariato, sarà mercoledì 13 marzo alle 20 all’Agriturismo Corte San Felice, Via Belvedere n. 123/A a Verona.

Daniele Salvagno presidente di Coldiretti Verona ha introdotto l’iniziativa, evidenziandone il significato. E’ poi intervenuta Franca Castellani, vice presidente di Coldiretti Verona, che ha precisato:

«Ci attendiamo anche per questa edizione il sostegno di tante persone, come è avvenuto lo scorso anno con la cena di beneficenza organizzata al Museo Nicolis di Villafranca . Gli imprenditori agricoli hanno per cultura e tradizione una propensione ad aiutare il prossimo e a sostenere persone in difficoltà. Basti pensare che l’agricoltura sociale si sta diffondendo in modo significativo, grazie anche a corsi di formazione specifici, tra gli agricoltori e imprenditrici agricole con idee e progetti rivolti alle fasce più deboli o a rischio esclusione sociale e alle persone con disabilità».

«E’ un’iniziativa di solidarietà femminile che ci tocca da vicino. – ha sottolineato Chiara Recchia, responsabile Donne Impresa –  Il comparto agricolo è ricco di titolari d’azienda donne, tanto che in Coldiretti il 30% della base associativa è rosa. Sono le imprese più innovative, più fantasiose, più sicure dal punto di vista del bilancio. L’approccio a questa scelta professionale non avviene per destino, magari per proseguire l’attività del marito o della famiglia, ma per convinzione e scelta. Infatti, un elemento di novità è l’arrivo sui campi di imprenditrici che hanno seguito percorsi formativi diversi dall’agricoltura».

Il menu della serata, per cui è chiesta un’offerta minima di 20, è stato illustrato dall’agrichef di Terranostra Campagna Amica Silvia Marcazzan. «Sarà allestito un buffet – ha detto – con piatti a base di prodotti locali come zucca, broccolo fioraro, radicchio rosso di Verona, formaggi».

Con la cena dello scorso anno sono stati raccolti 2.545 euro interamente devoluti all’associazione Protezione della Giovane di Verona che sono destinati alla ristrutturazione, in fase di avvio, di un appartamento per un nucleo familiare al piano terra della casa di via Pigna.

«Iniziative come le cene di beneficenza organizzate da Coldiretti – ha sottolineato Luisa Ceni, presidente dell’associazione Protezione della Giovane di Verona – sono di sostegno ai nostri progetti. Con quanto realizzeremo quest’anno vorremmo organizzare un supporto psicologico per le ospiti della nostra casa attraverso l’intervento di una psicologa per un ascolto qualificato. Infatti, i casi che stiamo accogliendo sono sempre più difficili e, a volte, il sostegno delle volontarie non è sufficiente. Sono situazioni di violenze fisiche e psicologiche che generano nelle donne che accogliamo, e a volte anche ai loro figli, paure, fobie e insicurezze».

La struttura dell’associazione di volontariato Protezione della Giovane di Verona ha 42 posti letto per situazioni di emergenza. Il 30% dei posti letto sono destinati per casi di violenze e il 70%per situazioni di non autonomia.

Le donne che arrivano nella struttura sono segnalate dai Servizi Sociali. In questo momento ci sono 25 donne comprese le mamme di 11 bambini minori da uno a 13 anni. Nel 2018 l’associazione ha accolto 115 donne, – 14% rispetto al 2017: se da un lato si riscontra un calo di presenze dall’altro si evidenzia che si è trattato di casi molto problematici che hanno richiesto grande impegno per l’assistenza e l’accompagnamento psicologico. Mentre sono state accolte 15 persone in più (12,6%) rispetto al 2016. La durata di ogni singola permanenza è molto variabile in base alle esigenze, le risorse e la progettualità sia della persona che dei servizi competenti.

Le donne sole e i nuclei accolti presentavano come problematica: emergenza abitativa, violenza domestica, lavoro a basso reddito, emergenza freddo, neo-maggiorenni. Nel 2018 non sono invece state accolte richiedenti asilo. 18 le donne italiane accolte e 19 di altra nazionalità con un’età media di 35 anni per le situazioni di violenza domestica ed emergenza abitativa e sopra i 40 anni per basso reddito ed emergenza freddo.

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