La temperature sopra la norma e le ripetute giornate di sole di questo febbraio anomalo hanno risvegliato anche nel veronese, da qualche giorno, le api uscite dalle arnie ingannate dalla finta primavera. In Veneto ci sono fioriture spontanee in anticipo come il tarassaco, o altre erbe di campo come “occhi della Madonna”, tipologie di rose selvatiche, primule e alberi da frutto. Una primavera anticipata in tutta la Penisola.

Coldiretti sta monitorando gli effetti di un inverno bollente con una temperatura che fino ad ora è stata in Italia superiore di 1,65 gradi la media storica secondo le elaborazioni su dati Isac Cnr relativi al mesi di dicembre e gennaio.

Le temperature elevate per la stagione hanno fatto uscire le api dagli alveari presenti in Italia, che hanno subito ricominciato il loro prezioso lavoro di bottinatura ed impollinazione ma ora il rischio è che il ritorno del freddo possa far gelare i fiori e anche far morire parte delle api dopo una difficile annate per la produzione di miele locale e in Italia.

“Questa situazione – evidenzia l’apicoltore veronese Daniele Iseppi – non fa bene né alle piante né alle api e già si parla di un ritorno di freddo ai primi di marzo tanto che potrebbe compromettere anche quest’anno la produzione del miele d’acacia”.

Il clima mite non si fa sentire solo sugli insetti utili ma anche sui parassiti alieni con le alte temperature che stanno favorendo la sopravvivenza della cimice asiatica, l’insetto killer dei raccolti che è arrivato dall’Asia ed ha devastato i campi e i frutteti di 48mila aziende in Italia con un danno che nell’ultimo annoi ha superato i 740 milioni di euro a livello nazionale e 105 milioni nella provincia veronese, secondo una stima della Coldiretti.

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