Esperti a Belfiore per parlare della “Mela di Verona. Prospettive e mercato in tempo di pandemia”. Il convegno è stato organizzato da Coldiretti Verona, in collaborazione con i Comuni di Belfiore, Zevio, Palù e Ronco all’Adige, in occasione della 69^ Festa della mela di Belfiore.

Per la mela, già dal mese di maggio, è stata richiesta la certificazione “Mela del Veneto DOP con la sottozona Mela di Verona DOP”. Il disciplinare di produzione è stato inviato dall’Associazione Ortofrutta Veneta con le necessarie istanze alla Regione Veneto e al Ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali.

Il presidente Stefano Faedo, intervenuto per illustrare la procedura della certificazione, ha evidenziato:

La produzione di mele veronesi rappresenta l’80% di quella veneta e Verona è la terza provincia italiana dopo Trento e Bolzano. Pertanto, vogliamo dare a una coltura così storica ed eccellente maggiore valorizzazione per aprire nuovi mercati e dare ai produttori il giusto riconoscimento economico, troppo spesso mortificato dalle produzioni a basso prezzo provenienti da paesi stranieri”.

A seguire, Giulia Montanaro di Assomela di Trento ha parlato dei consumi in calo e sulle difficoltà all’export, precisando:

“Tra il 2013 ed il 2019 i consumi domestici di mele in Italia si sono ridotti di quasi 10 punti percentuali. La perdita registrata è di circa il 13% del valore. I nuovi mercati, specie nel sud est asiatico, hanno consumatori con gusti e abitudini alimentari differenti rispetto ai consumatori italiani, europei o dei mercati nordafricani poiché prediligono tendenzialmente mele rosse, succose, croccanti e dolci”.

Durante il lockdown – ha aggiunto Montanaro – i consumi di ortofrutta sono aumentati e nel caso della mela hanno registrato + 21% rispetto a marzo 2019.  La tendenza è stata infatti quella di preferire prodotti con una durata maggiore come le mele facili da conservare ma anche ricchi di proprietà nutrizionali e con molteplici possibilità di utilizzo”.

Montanaro ha sottolineato che bisogna fare tesoro di quanto “imparato” durante i mesi di chiusura in cui i consumatori hanno generalmente aumentato i consumi di prodotti italiani, riconoscendo un valore aggiunto all’origine – Dop e Igp – e ai metodi di produzione sostenibili.

“La mela – ha sottolineato Lorenzo Bazzana, responsabile economico e ortofrutta di Coldiretti – continua ad essere il frutto più amato e consumato dagli italiani, ma nel corso degli anni sono cambiati i gusti e le aspettative. Anche i canali di vendita stanno cambiando, in dimensioni, modalità di vendita e numero di referenze. Il consumatore mostra di cercare un frutto riconoscibile, che abbia un aspetto a cui corrisponde un sapore e una consistenza soddisfacente, un frutto sicuro, sano, che possa, volendo, anche essere mangiato con la buccia che non deve essere troppo spessa.

Un frutto che abbia una storia e un legame con il territorio. La sfida è questa: far uscire la mela dall’anonimato per trasformarla in un frutto riconosciuto e ricercato”.

“Con il percorso che abbiamo intrapreso per la certificazione, vogliamo dare una maggiore identità e valorizzazione alla mela, che rappresenta una delle eccellenze dell’agricoltura veronese. Il riconoscimento della Dop va a delineare inoltre il forte legame tra prodotto e territorio – precisa Daniele Salvagno, presidente di Coldiretti Verona. – Ci auguriamo che l’iter per ottenere il riconoscimento proceda nei migliori dei modi e di ottenere dal Ministero delle Politiche agricole un’autorizzazione transitoria all’inizio del 2021”.

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