Difesa delle risorse per l’agricoltura, a partire dalla Pac, obbligo dell’origine in etichetta, eliminazione del codice doganale per identificare il made in Italy, revisione degli accordi di libero scambio, standard produttivi uguali per tutti.

Sono i cinque impegni cardine del documento predisposto della Coldiretti in vista delle elezioni europee del prossimo 26 maggio, discusso ieri con Paolo De Castro candidato del Partito Democratico e Paolo Borchia candidato della Lega, che hanno partecipato, separatamente, a un dibattito organizzato da Coldiretti Verona alla presenza dei presidenti di sezione e dirigenti nell’Auditorium del Consorzio Agrario del Nord Est.

“Dobbiamo essere presenti in maniera forte e chiara in Europa – ha evidenziato Daniele Salvagno, presidente di Coldiretti Verona – perché a repentaglio c’è l’intero settore agricolo italiano”.

L’agricoltura italiana in questo lungo decennio di depressione ha svolto una cruciale funzione anticiclica: la produzione agricola nel decennio è cresciuta dell’11,2% e il valore aggiunto agricolo dell’8,6%. L’export l’agroalimentare è aumentato nel decennio del 70,9% raggiungendo la cifra 41,8 miliardi di euro a fine 2018. I prodotti dell’agroalimentare Made in Italy – in virtù della loro chiave distintiva – hanno per l’insieme della reputazione del Paese, un valore simbolico altissimo.

“In questa luce – ha proseguito Pietro Piccioni, direttore di Coldiretti Veneto – serve che i futuri rappresentanti italiani al Parlamento Europeo in un delicato equilibrio fra interessi nazionali e interessi europei, sappiano tutelare e proteggere questo patrimonio”.


Paolo De Castro, componente del Parlamento europeo dal luglio 2009 e oggi vice presidente della Commissione agricoltura, ha ricordato che il primo luglio inizierà il dibattito sulla riforma della Politica Agricola Comune (Pac) per poi arrivare al voto in aula.

“Dobbiamo difendere le risorse destinate all’agricoltura; la battaglia sulle prospettive finanziarie dell’Unione europea è fondamentale. La direttiva contro le pratiche commerciali sleali è stato un grande successo ma questo risultato è stato raggiunto in un anno faticoso di contrattazione con altri Paesi. Per ottenere vantaggi per l’Italia si deve lavorare insieme agli altri eurodeputati per creare alleanze e costruire rapporti di fiducia per il momento in si va al voto”. De Castro, ha aggiunto che l’Italia non deve pagare per l’uscita dell’Inghilterra dall’Europa. “La Brexit – ha precisato – crea un buco finanziario di 12 miliardi di euro che andranno compensati da un piccolo aumento da parte degli Stati membri dell’Europa”.

Un altro tema trattato, tra altri, è stata l’obbligatorietà dell’etichetta dell’origine degli alimenti sui prodotti, ritenuta un’informazione necessaria ai consumatori rispetto all’etichettatura a semaforo adottata da alcuni Paesi del Nord Europa che invece condiziona il consumatore all’acquisto senza dare corrette informazioni.

D’altronde, in tema di trasparenza, proprio in questi giorni è arrivata una sentenza storica del Consiglio di Stato, il cui pronunciamento è stato sollecitato proprio dalla Coldiretti, che dà atto della palese insussistenza dei motivi di riservatezza circa la provenienza delle materie prime agricole importate. Viene così messa fine ad una complessa e fitta maglia di norme e procedure doganali che dietro in nome della “privacy” celano un sistema che solo in Italia utilizza circa un terzo di materie prime straniere che diventano poi sul mercato prodotti made in Italy.

Durante il suo intervento avvenuto nel pomeriggio, Paolo Borchia, con esperienza al Parlamento europeo, ha evidenziato come il comparto agricolo sia complesso e allo stesso tempo affascinante.

“Queste elezioni sono molto importanti – ha sottolineato – perché ci vincoleranno per i prossimi cinque anni”.

Parlando della Brexit, Borchia ha ammesso che

“ha gettato l’Unione Europea nello scompiglio. Dobbiamo fare in modo che la Brexit si concretizzi in maniera soft e non crei problemi alle esportazioni italiane”.

Sul tema Pac, il candidato della Lega ha detto:

“La Pac  non si tocca, casomai si dovrà potenziare questo strumento. I tagli proposti dalla Commissione (l’Italia rischia di perdere circa 3 miliardi di euro) avrebbero conseguenze traumatiche per noi. E’ necessario migliorare le relazioni tra i portatori d’interesse e i decisori politici e concentrarsi su alcune priorità in cui possiamo agire meglio e in modo efficace a livello di Unione Europea”.

“L’Europa – ha concluso Salvagno – deve essere a sostegno di chi fa bene il proprio mestiere. La nostra agricoltura è la più virtuosa, ma i costi di produzione che abbiamo sono più alti degli altri Paesi e quindi ci spetta più attenzione e maggiori risorse economiche”.

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