Agricoltori veronesi, Sindaci e amministratori locali insieme a Daniele Salvagno, Franca Castellani e Giuseppe Ruffini, rispettivamente presidente, vice presidente e direttore di Coldiretti Verona, presenti oggi a Roma alla manifestazione di Coldiretti in Piazza a Montecitorio con migliaia di colleghi arrivati da tutte le regioni d’Italia per presidiare il Parlamento sulla difficile e forzata convivenza coi cinghiali e gli altri animali selvatici che distruggono i raccolti agricoli, sterminano greggi, assediano stalle, causano incidenti stradali nelle campagne ma anche all’interno dei centri urbani dove razzolano tra i rifiuti con pericoli concreti anche per la salute dei cittadini.

Più che raddoppiati negli ultimi dieci anni, salgono a 2 milioni gli esemplari in tutta la Penisola. Sempre più astuti e riproduttivi nella dorsale appenninica le popolazioni di cinghiali guadagnano terreno rispetto alla presenza umana con una concentrazione media di un animale ogni cinque abitanti in una fascia territoriale segnata già dalla tendenza allo spopolamento per l’indebolimento delle attività tradizionali.

Nella foto: Tra alcuni veronesi, al centro in seconda fila, Salvagno, Castellani e Ruffini a Roma

Con gli associati di Coldiretti guidati da Ettore Prandini si sono schierati esponenti delle istituzioni, i rappresentanti dei sindacati Flai Cgil, Fai Cisl e Uila Uil, dell’ambientalismo e delle associazioni dei consumatori come Symbola, Terranostra, Federparchi, Federconsumatori, Codacons, Adusbef, Centro Consumatori Italia, Apab e Legambiente che ha condiviso le preoccupazioni alla base dell’iniziativa. Un’emergenza nazionale che sta provocando l’abbandono delle aree interne, problemi sociali, economici e ambientali con inevitabili riflessi sul paesaggio e sulle produzioni con le incursioni dei cinghiali che sono arrivati anche all’interno delle città minacciando la sicurezza delle persone.

Ma il problema non è solo per gli agricoltori e per l’impatto, assai rilevante, sull’ambiente, perché ogni giorno è a rischio anche la sicurezza di automobilisti, compresi i turisti che visitano colline, che girano in pianura che praticano la montagna. A far da cornice alla folla radunata molti i cartelli con le foto degli incidenti provocati sulle strade e dei danni ma anche con scritte “La sicurezza delle nostre famiglie è più importante di un cinghiale”, “Basta danni e paura, fate qualcosa. Adesso”, “Il cinghiale campa, il campo crepa”, “Invasi dai cinghiali, ma noi non molliamo”, “Difendiamo il nostro territorio”, “l’unico cinghiale buono è con la polenta” e #bastacinghiali.​

L’eccessiva presenza di selvatici rappresenta un rischio per l’agroalimentare italiano visto che proprio nei piccoli comuni sotto i 5mila abitanti si concentra il 92% delle produzioni tipiche nazionali secondo lo studio Coldiretti/Symbola con ben 270 dei 293 prodotti a denominazione di origine (Dop/Igp) italiani riconosciuti dall’Unione Europea tra formaggi, oli extravergine di oliva, salumi e prodotti a base di carne, vini, panetteria e pasticceria. Un patrimonio conservato nel tempo dalle 279mila imprese agricole presenti nei piccoli Comuni con un impegno quotidiano per assicurare la salvaguardia delle colture agricole storiche, la tutela del territorio dal dissesto idrogeologico e il mantenimento delle buone abitudini alimentari.

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