Monitoraggio dei vigneti, riconoscimento immediato della malattia, intervento tempestivo con prodotti insetticidi adeguati ed estirpo delle viti colpite.

Sono queste le azioni da mettere in campo per combattere la flavescenza dorata delle viti, oltre all’utilizzo di materiale certificato per i nuovi impianti.

Sulla malattia, causata da fitoplasmi che sta diventando una problematica molto seria per la viticoltura veronese specialmente per i vitigni a bacca bianca, è stato dedicato un convegno nei giorni scorsi organizzato dalla Coldiretti scaligera a San Giovanni Ilarione, moderato da Enzo Gambin, direttore di Aipo Verona.

Gabriele Posenato di Agrea Centro Studi, intervenuto all’incontro, è stato il primo a riconoscere la malattia in Veneto nel 1991 e a dare l’avvio a una serie di ricerche. Durante la sua relazione, ha illustrato come si presenta la malattia e le cause della diffusione, spiegando il ruolo e il comportamento dell’insetto vettore, il cicadellide Scaphoideus titanus.  Ampio spazio è stato dato al riconoscimento precoce dei sintomi della malattia su foglie, grappoli e tralci.

“La flavescenza dorata – ha evidenziato l’esperto –  non sempre viene riconosciuta in modo corretto e soprattutto in tempo prima che manifesti i tipici sintomi quali: tralci non lignificati di consistenza gommosa e ripiegati verso il basso, grappoli disseccati e foglie accartocciate a triangolo”.

Secondo Posenato, la malattia è ricomparsa in seguito all’aumento delle popolazioni dell’insetto vettore dovuto al non utilizzo di insetticidi efficaci e al mancato estirpo precoce di viti sintomatiche.

“Finora – ha detto – la flavescenza dorata ha colpito prevalentemente i vitigni a bacca bianca ma abbiamo riscontrato qualche traccia anche su quelli a bacca rossa per cui l’attenzione deve essere alta nell’individuare velocemente i ceppi sintomatici e la presenza dell’insetto vettore”.

Dei fondi mutualistici come nuovi strumenti di gestione dei rischi ne ha parlato Michele Marani, direttore di Condifesa Verona Codive.

Per assicurarsi contro i rischi fitosanitari della vite, come la flavescenza dorata, non esistono coperture assicurative. In questi casi possono intervenire i fondi mutualistici agevolati istituiti nel 2019 il cui costo è per il 30% a carico dell’agricoltore ed il 70% è contributo pubblico”, ha precisato Marani spiegando che si tratta di “versamenti annuali dei soci per costituire, tra agricoltori aderenti, dei fondi per una gestione comune dei rischi climatici, fitosanitari e ambientali, con risarcimenti anche nei casi di perdite da infestazioni parassitarie o da epizoozie.

Ad esempio, nel caso di fitopatie e infestazioni parassitarie il fondo copre la perdita di quantità di uva da vino e di qualità sul prodotto residuo con una franchigia del 20%”.

“Finora, nel 2021, ha ricordato Marani, sono già 145 le denunce che ci sono pervenute per danni da flavescenza dorata per la maggior parte da produttori dell’est veronese”.

Nelle sue conclusioni, Silvia Marcazzan, componente di giunta di Coldiretti Verona ha ricordato che

“Il settore vitivinicolo è un fiore all’occhiello per la provincia veronese dove dominano paesaggi e vini meravigliosi. E’ necessario, però, prestare la massima attenzione alla sua tutela fitosanitaria. I rischi di non gestire adeguatamente la flavescenza dorata sono elevati ed è quindi necessario intervenire nelle modalità corrette, come è emerso durante il convegno”.

Strumenti di Pagamento