Vista la drammaticità della situazione, quest’anno la Giornata mondiale dell’acqua assume un significato più pregnante, soprattutto in Veneto: a memoria d’uomo infatti non si sono mai registrate rilevazioni così scarse per la mancanza di pioggia e di acqua nelle falde.

“Non possiamo nascondere la forte preoccupazione per la situazione idrica che anche quest’anno mette a rischio l’agricoltura veronese all’inizio delle semine primaverili”

afferma il presidente di Coldiretti Verona Alex Vantini, che aggiunge

“Se a breve non pioverà, il terreno sarà troppo compatto e non si potrà procedere con la semina. Laddove possibile molte aziende stanno pensando di ricorrere all’irrigazione di soccorso in fase di presemina, preparandosi però ad un sensibile aggravio dei costi, in un periodo già segnato da vertiginosi aumenti di spese per l’energia e le materie prime.

Secondo i ricercatori del Cnr per tornare alla normalità e per garantire le produzioni agricole primaverili ed estive servirebbero almeno 50 giorni di pioggia ininterrotta”.

La situazione si preannuncia peggiore rispetto all’anno scorso, quando nel nostro Paese si è registrata una perdita nei raccolti di almeno sei miliardi di euro. Nel 2022 la siccità è stata infatti registrata come la calamità più rilevante per l’agricoltura italiana.

A rischio è la produzione degli alimenti base della dieta mediterranea: dal grano duro per la pasta, dalla frutta alla verdura fino al mais per alimentare gli animali per la produzione di latte, formaggi, carni rosse e bianche.

La siccità che sta colpendo dall’anno scorso la provincia scaligera e il Nord Italia è purtroppo la conferma che i cambiamenti climatici in atto stanno portando enormi stravolgimenti nella distribuzione temporale e geografica delle precipitazioni.

“Gli agricoltori – precisa Vantini – sono impegnati a fare la propria parte per promuovere l’uso razionale dell’acqua sviluppando sistemi di irrigazione a basso impatto e portando l’innovazione nelle campagne con colture meno idro-esigenti. Il perdurare della siccità condizionerà infatti anche l’orientamento produttivo delle nostre imprese.

Non dobbiamo allo stesso tempo dimenticare che l’acqua è essenziale per garantire la sopravvivenza delle aziende agricole senza le quali sarebbero a rischio la salvaguardia del territorio, la produzione di cibo e la competitività dell’intero settore alimentare”.

Secondo le analisi condotte da Coldiretti, le soluzioni 4.0 adottate in agricoltura possono ottimizzare l’utilizzo delle risorse disponibili. Si parla per esempio di centraline meteo a rilevamento continuo collegate al satellite per monitorare l’umidità dei terreni e la distribuzione dell’acqua, oppure di sistemi hi-tech per la distribuzione mirata dei fertilizzanti solo dove servono e in condizioni meteo climatiche ottimali per la massina resa, o ancora di utilizzo di attrezzature di precision farming per velocizzare le lavorazioni e salvare i raccolti in situazioni di emergenza.

Le aree agricole coltivate con strumenti a tecnologia avanzata sono oggi pari a oltre 1 milione di ettari in Italia, il doppio rispetto a un quinquennio fa.

Non è un caso che il 65% degli investimenti fatti in campagna riguardi proprio macchinari a tecnologia avanzata come i sistemi di monitoraggio delle lavorazioni e delle superfici interessate.

A questi devono però essere affiancate adeguate tecniche agronomiche in grado di preservare l’utilizzo della risorsa idrica. Ricordiamo per esempio l’inerbimento dei filari di vigneti e frutteti o i sistemi di movimentazione della terra non troppo profondi così da evitare un’inutile evaporazione dell’umidità del suolo.

Oltre a queste misure è necessario attuare fin da subito interventi strutturali come il piano invasi, utile per la raccolta di acqua piovana.

“Il Veneto – ricorda Vantini – recupera solo il 5% della pioggia rispetto ad una media nazionale dell’11%, un dato preoccupante che dimostra quanto bisogno ci sia di investimenti in questo campo. Insieme ad Anbi e ad altri soggetti pubblici e privati Coldiretti ha in programma una serie di interventi immediatamente cantierabili che garantiscono acqua per gli usi civili, per la produzione agricola e per generare energia”.

Le nuove generazioni sono particolarmente impegnate nel dare un orientamento più green alla pratiche agricole in un’ottica di salvaguardia delle risorse, l’acqua in primis.

Quasi una impresa agricola giovanile su tre (31% secondo l’ultimo Rapporto del centro Studi Divulga) applica oggi tecniche di agricoltura di precisione particolarmente innovative diventando così i vettori verso un futuro ormai prossimo in cui il settore primario, non solo si faccia ulteriormente garante della conservazione del nostro territorio, ma ne contribuisca di fatto alla rinascita.

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