Il patrimonio della montagna veronese non può prescindere dal settore agricolo che in Lessinia coinvolge circa 1800 lavoratori, 9 caseifici, quasi 600 allevamenti di bovine da latte che producono oltre 1200 quintali di latte al giorno il cui 30% è utilizzato per la trasformazione casearia di formaggi così suddivisi: 20% Grana padano, 30% Monte Veronese Dop e 50% altri formaggi.

Il settore lattiero caseario insieme all’agricoltura ortofrutticola oltre a contribuire al mantenimento economico e sociale del territorio montano, mantiene gli ecosistemi rurali presenti, salvaguarda e tutela i prati e i pascoli, si connette alla presenza turistica.

Si è sviluppata a partire da questi punti cardine la tavola rotonda “Agricoltura di montagna e sostenibilità”. organizzata giovedì 9 settembre da Coldiretti Verona a Erbezzo in occasione della 114° Fiera del Bestiame a cui hanno partecipato oltre 100 tra allevatori e tecnici.

Presenti anche il presidente di Assalzoo Marcello Veronesi, il consigliere regionale Enrico Corsi e Michele Sforni della Cooperativa Cps.

Dopo i saluti istituzionali del sindaco di Erbezzo Lucio Campedelli e di Ruggiero Segala, presidente Coldiretti di Erbezzo, il moderatore Enzo Gambin, direttore di Aipo Verona, ha introdotto i relatori sottolineando che nel Veneto il territorio dei comuni montani rappresenta circa il 35% e la popolazione residente è circa il 14% della popolazione regionale; nella provincia di Verona il 19% della sua superficie territoriale è in montagna, unita a un 23% di area collinare.

Anna Giorgi, responsabile polo “Università della Montagna” di Edolo e delegata del rettore dell’Università Statale di Milano per la valorizzazione delle aree montane, ha evidenziato le opportunità della montagna veronese a partire dal ruolo fondamentale degli imprenditori agricoli che sono coloro che tutelano e custodiscono il territorio e che sviluppano prodotti agroalimentari di eccellenza.

Tali prodotti dovrebbero essere venduti direttamente nelle malghe e nei rifugi per testimoniarne la provenienza, il legame storico e geografico e per attrarre maggiormente visitatori e turisti. In questo modo la montagna può diventare autosufficiente e non dipendere da aiuti economici europei.

La sostenibilità della montagna riguarda anche la salute animale e un’attenta assistenza tecnica. Di queste tematiche hanno parlato Fabrizio Cestaro, responsabile Sanità Animale Servizi Veterinari AULSS 9 Scaligera e Luciano Bertocchi, responsabile Assistenza Tecnica Settore Vacche da Latte Gruppo Veronesi

Fabrizio Cestaro ha illustrato l’attività che deve essere effettuata all’interno degli allevamenti per la tracciabilità dei prodotti medicinali alla luce della nuova normativa sulle ricette elettroniche.

“La sostenibilità è considerata anche benessere e biosicurezza per le bovine da latte, è quindi fondamentale conoscere, valutare e gestire i rischi connessi alle patologie del bovino”.

La gestione responsabile dell’antibiotico nelle aziende in previsione della nuova normativa che entrerà in vigore nel gennaio 2022 è la tematica affrontata da Luciano Bertocchi con un focus sulla terapia in asciutta.

“Da quanto abbiamo ascoltato la sostenibilità è un tema di fondamentale per l’ambiente e per l’agricoltore perché quest’ultimo ne è custode. Considerazioni che sono, peraltro, all’interno della nuova riforma della Pac per cui si deve coniugare ‘sostenibilità e conduzione economica delle aziende’.

In questo, gli operatori del mondo agricolo vanno guidati nella comprensione dei nuovi sistemi di gestione del territorio, peraltro imposti dall’Europa, a cui si collegano, turismo e ristorazione. Vi è quindi la necessità di tutelare i prati e la presenza degli allevamenti per non perdere territorio, tradizioni e creare aree di marginalità, come il bosco spontaneo incolto.

Importante è, ancora, formare e rendere i giovani protagonisti mediante la formazione”

così Silvia Marcazzan, componente di Giunta di Coldiretti Verona.


Nella foto: da sinistra Marcazzan, Gambin e Segala

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