L’area nazionale arancione che coinvolge anche Verona blocca di fatto bar, ristoranti, pizzerie e agriturismi con un drammatico effetto sul settore che ha già perso il 48% del fatturato nel corso del 2020.

Nella provincia veronese sono sospese tutte le attività di ristorazione al tavolo e, quindi, anche la somministrazione diretta di pasti e bevande da parte di circa 180 agriturismi (su circa 400 strutture agrituristiche veronesi), mentre è consentita la sola consegna a domicilio, nonché l’asporto che tuttavia non sono sufficienti a dare sostenibilità e spesso a giustificare le aperture.

Il settore degli agriturismi ha subito nel 2020 perdite di circa l’80%, pari a oltre 10 milioni di euro. I danni più rilevanti riguardano soprattutto l’attività di alloggio.

“Gli effetti della chiusura delle attività di ristorazione – evidenzia Daniele Salvagno, presidente di Coldiretti Verona – si fanno sentire a cascata sull’intera filiera agroalimentare con disdette di ordini per le forniture di molti prodotti agroalimentari, dal vino all’olio, dalla frutta alla verdura ma anche su carne, salumi e formaggi di alta qualità che trovano nel consumo fuori casa un importante mercato di sbocco.

In alcuni settori come quello vitivinicolo la ristorazione rappresenta tra i principali canali di commercializzazione per fatturato”. “

Le limitazioni alle attività di impresa – conclude Salvagno – devono dunque prevedere un adeguato e immediato sostegno economico lungo tutta la filiera per salvare l’economia e l’occupazione”.

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